Ricordi

Era solo un angolo di mondo, una nicchia di spighe giallo sole contro un cielo fatto a specchio.
Lontano s’udiva il brontolio delle trebbiatrici che il vento accompagnava lungo il fiume.
Ho conosciuto solo questo della terra che fu dei miei genitori e prima di loro dei miei nonni e dei bisnonni ancora. È la terra contadina, piatta e umida, che giace laddove il Po traccia segni di confine tra le nebbie lombarde e i dialetti dell’Emilia.

(Patrizia La Daga)

Racconti

«I racconti vivono grazie alla voce degli uomini che intonano il canto», scrive Guido Conti «ma gli uomini non possiedono le storie a cui danno vita. Ecco la verità del Po, l’antico Eridano, che attraversa la letteratura fin dalle sue origini remote. Le storie appartengono ai luoghi e i luoghi hanno l’anima delle storie che si tramandano di generazione in generazione. Il tempo del racconto scorre come un fiume verso la foce, ma le sorgenti appartengono al mito che vive fuori dal tempo». Fuori dal tempo, eppure in quello spazio: le nostre consuete cornici si confondono e annullano reciprocamente. Il grande fiume consente di spezzarne i confini e originare con l’acqua tutto il proprio passato. Impossibile fermare l’eco di questi luoghi a ogni passo: la natura e il silenzio che amplificano i fatti, le storie, le leggende. «Le sponde dei fiumi sono luoghi dove possono accadere fatti straordinari.

(Guido Conti)

Poesie

È un chiarore
che conserva il buio.
I pioppeti in golena
appena freschi di boccioli
sono ancora ombre.
La nebbia risale
con la luce che accende
il sole che s’arrampica
per il cielo
sempre più grande
sempre più rosso
sempre più impregnato
delle acque del fiume
arrossato.
I contorni dei pioppi
nella nebbia
rilanciano
i colori tenui
della primavera.
È la natura
della vallata
che canta al giorno
che viene…
E nel frattempo
il sole
è diventato argento.

Bruno Coblanchi, Alba sul Po